Tessiture di intento
in trame dure
tendono a stento
un filo di pace
tra catene e paure.
Sgomitola nei luoghi
come coltre turbata
la ferocia degli ultimi
e la despota
corrotta
scure dei pochi.
Livella il senso
della parola,
vorrebbe sfaldarla
come tela incendiata,
poi inchioda sugli occhi
fogli di alluminio corroso.
Non esiste ora,
nella moltitudine,
ragione né cura.
Scorgo però
fiammelle di purezza
e aghi fedeli
che scotonano,
dispiegano il celato
e creano ancora
quello che la forbice invidia,
la vita.