Lanterna



Tempo sordo.

tutto quello che inganna
si dissolve nell'illusione che era.

Tempo cieco.

L'intorno è indifferente
accidia e pioggia
tra i visi grigi 
e nulla di importante.
Basta un po' di consumo
e lo status è protetto. 

Quale autodeterminazione
quando si rompe il patto?
Amara finzione
e il popolo non si riconosce.

Le vie commerciali si affollano 
ma sono vuote.
Le piazze si riempiono 
e le sperano deserte.

Non trovano senso i musei
e i luoghi del sapere, 
blatera il codice 
che un tempo univa.

In quella casa, 
illuminata nella notte
discorre incessante il silenzio
senza autorizzazione al pianto
schiacciato da muri,
in uno spazio nuovo di libertà
che è cella e viltà.

Nelle lacrime un segno
di civiltà ancora desta.
Negli occhi la storia
che scorre catatonica
tra corsi e ricorsi.
Il coraggio plasma 
pur lentamente
chi affronta la tenebra
con un lumino tra le mani,
fioca lanterna della ragione.




Alberi e uomini


Riposano
i boschi cedui
sui clivi vermigli.
Foglie e rami nella terra
scavano,
diramano
molecole d'acqua nel fango.
Brividi e lividi
tra i tessuti ancora vivi.
Nelle forre o sui poggi scarni
la natura ha l'incedere lento,
scocca messaggi incompresi
come frecce nel vento.
Ci trafiggono mentre
smarriamo l'invisibile,
solcati da più incerti passi.
Tra le urla e le preghiere
la soglia del caos
sfiora la sera,
in lei si tuffa la notte
con un boato che è spavento
e poi il silenzio.

Ascolta.
In lontananza laggiù
sgorgano fonti,
guizzi di Clorofilla e Sangue,
evapora il brusio
e si fa volatile
sotto i colpi sordi delle accette.

Non come gli uomini,
gli alberi avviliscono.
Sradicano gli indugi
e rinascono in eterno.
Nella guerra della specie
sono figli dello stesso seme
e difformi si appartengono.

Ricorda.
La resistenza è un frutto dolce
quando la foresta, destata
nel suo vestito bianco,
si erge a difesa del tempo

diffonde il suo profumo
tra i rossi fiori,
come la memoria
tra i superstiti.



Rogo

 


Le tue
parole sono fuoco
ardente lava che brucia
aspirazioni e brame 
di vivo sentire.
 
Vogliono affamare
quando ancora 
l'antico incendio 
divampa dai moti
inascoltati

e fatale
richiama il vento
che accresce indomito
l’immane vuoto
della storia violata.




La forbice e l'ago


Tessiture di intento
in trame dure
tendono a stento
un filo di pace
tra catene e paure.
 
Sgomitola nei luoghi
come coltre turbata
la ferocia degli ultimi
e la despota
corrotta
scure dei pochi.
Livella il senso
della parola,
vorrebbe sfaldarla
come tela incendiata,
poi inchioda sugli occhi
fogli di alluminio corroso.

Non esiste ora,
nella moltitudine,
ragione né cura.
 
Scorgo però
fiammelle di purezza
e aghi fedeli
che scotonano,
dispiegano il celato
e creano ancora
quello che la forbice invidia,

la vita.








Alba sui monti



Sorge protetta dai monti
una nuova occasione.
Vento e silenzio, miti,
parlano senza troppo rumore.
Questa valle profuma di eterno
e come lei
le migliori intenzioni.

Un'altra notte è passata.

Dove ci porta la vita





Sonnecchi in un vagone
carico di promesse,
corre la marcia
distratta, avversa

e fuori

la collina d'estate
riemersa, riarsa.

Di colpo settembre.
Dove ci porta la vita?

In fondo,
a cavallo di un sogno,
galoppa e sgretola,
tutt'intorno polvere,

è sabbia.

Vi affondano
piedi di bambina,
saldi sul ciglio
di un castello renoso.

La battigia pietrosa muta.
La riconosci?

Muta

in queste notti di meteore
nello specchio degli occhi rosi
dal sale, da ondate
dirompenti
sui progetti di ieri

che tu
chiamavi futuro.





Occhio non vede


Occhio non vede, cuore non duole
ma io ti vedo stasera
Luna
e il mio cuore duole, duole forte.
Ricorda visi sbiaditi amorevoli
che sognavano forte insieme
di camminare nei boschi
e leggere storie ai piedi degli alberi,
di dedicare la buonanotte più dolce
all'uscio dei sogni
cullati dalle onde del mare.
E torni in mente
come nuvole nel cielo
scolorano le domande col sole,
fioriscono risposte nella notte.




Andare

Se me ne andassi via

sguardi di piombo
pavimenti e grida

l'orizzonte mi bacia la schiena.

Il peso della liberazione
è un volo,
la disperazione
è il vuoto.







Lontano


Smarriti
opachi sguardi
verificano le prove 
d'esistenza
e ancora stentano
a credere di
essere stati vivi 
un tempo reali
e senza colpa.



Altrove

 

Dolce ricordo
senza soffrire
e d’intorno neve
lenta, finale,
amara tutto va a coprire.
 
Pochi giorni di apnea
in un eterno frammento
di lacrimosa coltre.
L’eternità che svapora,
un notturno grido,
prima che sciolga ancora.
 
Mi dico che è un dono
dormire ora.
Ci sveglieremo altrove
insieme.