Leggero Librare II



Spalancato lo sguardo
sull'assorta giornata
ancora le acacie nell'aria
ricordi nevosi di allora
corda fine che lega il passato
al mesto pensiero di oggi.
Quel filo puoi scioglierlo
lasciarlo e farlo volare
come aquilone protetto dal sole
solleva anche il fosco magone
e si affida al vento
senza alcuna tensione.
Due o tre cose vuoi portare con te
quando il viaggio si farà più vicino
con la paura di allontanarsi da terra
e la speranza di un ardito librare.





Arrivederci



Il cielo è terso in questo giorno
ma tuonano tormente dentro i cuori
e fulmini feroci si abbattono
sulla devozione e la serenità 
tessute negli anni con amore.
È il tempo dell'addio
lo struggente ultimo saluto
al viaggio dell'eroe
forse è solo un temporaneo arrivederci.
In sogno ti ho rivisto
cercavo di recapitare un messaggio
per ringraziarti di tutto quello
che hai sempre fatto per noi
…eri già sulla via della partenza.
Te la invio così, adesso,
con versi lasciati alla memoria
la mia gratitudine
per averti avuto in famiglia.
Sono i fiori per te.
Al tuo affetto donato sempre
soprattutto quando la vita 
ci mostrò dura prova
prima di questa.






Passeggiata di maggio





La strada buia dietro i nostri passi
profumava di tigli e irta salsedine.
Vi andavamo lenti nel piacere raccolto
di una passeggiata fedele.
Il tuo orecchio accoglieva
i racconti di un amore proibito
impossibile per te non tessere consigli
al fin di tendere una rete
sotto il volo inconsapevole
di chi vuole infliggersi ingiusta pena.
Al tuo fianco lei
cercava tra i tetti diversi
un indirizzo mai conosciuto
del quale restava una foto
ricevuta in un effimero mattino.
Quella casa non trovò mai
ma quante volte a sua insaputa
sarà stato sfiorato l'anonimo portone
al tempo delle domande incessanti.

La sera fluiva con andamento incerto,
d'improvviso un roseto
davanti al vecchio borgo marino
di cui restano ancora i ricordi
i disegni di vele su sfondi pastello
noi fermi a mirare le conchiglie fissate nel muro
come stelle perdute nella corsa alla pesca.
Le rose di maggio si aprivano alla notte
mentre le nostre parole vagavano leggere.
Un altro giorno era passato
e qualcuno tra noi riemergeva un palmo in più
dall'apnea avversa all'innocente condannato.
Eppure la città col battito veloce di mesi surreali,
segnati da rimpianti,
sembrava diversa più viva ed illusa
in ogni angolo fioriva una sorpresa
per occhi sempre lucidi in quella trincea indifesa.
Non ricordo se ci accompagnasse la luna
ma se in cielo non era
di certo brillava immensa in noi,
insonni viaggiatori del buio
che di lei facevamo bussola.





Mancanza


Nella pausa assordante
la lontananza rimbomba
di un chiasso brutale,
il tempo dall'essere frale
ha smesso la corsa fluente
virato in un vortice irrazionale
ora ribolle e ci assale
d'ingestibile e furiosa mancanza,
abbatte la verità e la macchia di assenza.

Al fin di non cedere a logica folle
l'inferno in cui siamo costretti
è mutato nel più gelido 
freddo atarassico antartide.
Così ho fatto scendere altra neve sul cuore
per non vedere la strada smarrita
il ghiaccio par spegnere l'orbo timore.
Col silenzio che avvolge il pallido bianco
sembra confondere meno
quel siderale sguardo 
trepido e stanco.








C'è un momento in cui la luce sembra affievolire,
l'inverno non dà preavvisi, e mentre attarda l'imbrunire
a volte protende oltre marzo il suo durare.
Ti convinci che non vedrai quei teneri germogli tornare.
Tra i pioppi addormentati la notte greve scende a sera,
tutt'intorno brina e le greggi ancora a spasso sulla china
col pastore che s'appresta alle lontane cascinelle.
Nei campi d'orizzonte inebriati da profumi e stelle
torna il canto dell'assiuolo a rintoccar le ore.
Così, quando illuso credi che tutt'intorno muore,
l'oscurità non spaventa la Natura né la indebolisce
in quel buio si rafforza ed è proprio da lì che la vita rinasce.





Vecchi sentieri



Accovacciata ai piedi di un paesaggio estraneo
di cui non riconosco colori e profumi,
mi chiedo quali sentieri percorrere in una terra
i cui fiori furono raccolti da altra mano?
Io che ho abbandonato una montagna
dove non sono più tornata,
una cima su cui cade opaca nostalgia
che evoca incomprensioni lontane
e solitudini autunnali.
Mentre si ascendeva in due, ricordo,
il vento ci portava un senso di addio
sapevamo che non avremmo tardato a dimenticare
quel cammino, per tracciarne di nuovi.
E tu l'hai fatto, con in spalla meravigliose illusioni
ed io… col passo pesante di brame irraggiungibili.
Qual è la prospettiva esatta da cui osservare
il versante con luce nuova
che eluda la foschia di mattini disattesi?
Tutto sembra già esplorato, scoperto, raccontato.
Di questo viaggio resta uno zaino consumato
e un paio di scarponi senza lacci,
aspettano forse il suo antico proprietario,
così stretti ad indossarli
vogliono certo rammentarmi
quanto sia poco accogliente il posto altrui.
Il pensiero vola alle valli inesplorate,
alle vie che non appartengono a nessuno.
Sarà per questo che scelgo sempre 
di avviarmi in direzione del mare.