Alberi e uomini


Riposano
i boschi cedui
sui clivi vermigli.
Foglie e rami nella terra
scavano,
diramano
molecole d'acqua nel fango.
Brividi e lividi
tra i tessuti ancora vivi.
Nelle forre o sui poggi scarni
la natura ha l'incedere lento,
scocca messaggi incompresi
come frecce nel vento.
Ci trafiggono mentre
smarriamo l'invisibile,
solcati da più incerti passi.
Tra le urla e le preghiere
la soglia del caos
sfiora la sera,
in lei si tuffa la notte
con un boato che è spavento
e poi il silenzio.

Ascolta.
In lontananza laggiù
sgorgano fonti,
guizzi di Clorofilla e Sangue,
evapora il brusio
e si fa volatile
sotto i colpi sordi delle accette.

Non come gli uomini,
gli alberi avviliscono.
Sradicano gli indugi
e rinascono in eterno.
Nella guerra della specie
sono figli dello stesso seme
e difformi si appartengono.

Ricorda.
La resistenza è un frutto dolce
quando la foresta, destata
nel suo vestito bianco,
si erge a difesa del tempo

diffonde il suo profumo
tra i rossi fiori,
come la memoria
tra i superstiti.